La macchina inventata da H.G. Tannhaus è sufficiente per tornare indietro nel tempo? Che cosa ci riconduce in quel regno dell’innocenza fatto di gocciole, corse mattutine e sogni tutti appesi? Il gioco. Per non dimenticarci del tutto come si faccia a giocare in un momento storico come questo, Emilia Romagna Teatro ci è venuta in aiuto grazie agli appuntamenti online “Giochi per la città”, all’interno del progetto di teatro partecipato Così sarà! La città che vogliamo. La dimensione performativa e laboratoriale è diventata un tutt’uno: dal 6 al 12 dicembre 2020, spettatori di tutte le età sono stati chiamati a sperimentare – insieme alle classi dei principali licei bolognesi – giochi di ruolo, ricette saporite e invenzioni che sanno coniugare fotografie di una Bologna presente e futura.
Show cooking
Per celebrare la Giornata mondiale dei diritti umani, la classe 1Q del Liceo Righi di Bologna ha deciso, insieme a ERT, di mettere le mani in pasta in uno show cooking letterario per creare un’inusuale torta teatrale. È così che il 10 dicembre alle ore 18 la pagina Facebook Dire+Fare=Fondare si è animata di spunti e letture sulle molteplici sfumature di diritto umano: alunni e attori hanno realizzato insieme la torta 7 vasetti, come sette sono gli ambiti della Dichiarazione universale dei diritti umani, e sette i quesiti che gli alunni hanno posto agli attori per svelare gli ingredienti necessari al dolce.
Lupus in tabula
Il gioco con la compagnia ERT
Chi saprà nascondere meglio la propria identità? Chi avrà l’occhio da detective e riuscirà a individuare gli impostori? Queste le domande intorno a cui Silvia Rigon, regista della compagnia permanente di ERT, ha curato una sessione online del famoso gioco di ruolo. Tramite la mediazione dell’associazione ludica Golem’s Lab, i giocatori si sono ritrovati nella main room di Zoom a dover scoprire chi fra di loro è il lupo che sta divorando, a poco a poco, tutti gli abitanti del villaggio. Un modo diverso e originale di ripensare le dinamiche di gruppo, ricreare anche se momentaneamente una piccola comunità di spettatori che imparano a conoscersi giocando. Tra sconosciuti ci si accusa e ci si difende, chi attraverso narrazioni fantasiose e chi semplicemente dicendo “non sono stato io”. Come cambia il comportamento dei partecipanti durante il gioco? Cosa vuol dire veramente giocare? Più che trovare risposte, Lupus in Tabula costruisce domande.
Il gioco con il Cassero LGBTI Center
Tra i giochi di ruolo proposti dal Cassero LGBTI Center per Lupus in Tabula, Circles of Power catapulta i partecipanti in un mondo tanto immaginario quanto parallelo al nostro: ognuno è posto davanti al risultato delle proprie scelte, in un Dungeons & Dragons rivisitato che fa degli oppressi i protagonisti. L’oppressione risveglia in alcuni degli appartenenti alle quattro cerchie sottostanti alla dominante (discriminati, disabili, nativi e stranieri) una magia che li eleva di grado, con l’incarico di difendere la propria gente da minacce demoniache. Misteri e incantesimi si snodano all’interno di una città controversa, pronta a ribadire e ribaltare la propria posizione a seconda delle mosse dei maghi. Circles of Power evidenzia il ruolo del singolo come cruciale per poter intervenire sugli assetti di potere attraverso le proprie scelte, interagendo con quella macchina pulsante che è la città.
On stage: Il visconte dimezzato
Un prologo, un visconte dimezzato, quattro personaggi, otto scene divise in due atti: questi sono i numeri attorno ai quali prende vita l’ultimo evento di Giochi per la città, organizzato da ERT in collaborazione con l’associazione ludico-creativa 4 Tribes. Sullo sfondo di Terralba, quattro attori vestono i panni dei protagonisti del romanzo di Calvino: Il Gramo (parte cattiva del Visconte), Il Buono (parte buona del Visconte), Nestore (il nipote) e Pamela (la contadina). Ognuno di loro ha un obiettivo segreto e alcune mosse speciali per raggiungerlo. Come? Con la parola: finzione, narrazione e recitazione sono gli ingredienti fondamentali per ottenere il successo. E il pubblico? Manipolatore silenzioso e invisibile, assume il ruolo del fato imponendo regole e situazioni impreviste attraverso le quali i personaggi devono sapersi destreggiare. Se il fine di questa iniziativa era indagare i rapporti tra gioco e teatro, si può dire che con On Stage: Il Visconte Dimezzato, spettatori e spettatrici abbiano avuto modo di sperimentare almeno due delle più colorate componenti che animano entrambi i mondi: il divertimento e l’immaginazione.