Un laboratorio di danza al tempo della quarantena

Come tenere un laboratorio di danza, quando non ci si può incontrare, toccare né in nessun modo avvicinare?

L’emergenza sanitaria dovuta al covid-19 ha costretto anche il Cassero LGBTI a ripensare la sue attività, all’interno del progetto Così sarà! La città che vogliamo.

Caparbiamente la direzione artistica di Cassero LGBTI / Gender Bender ha scelto di reinventare il laboratorio programmato con il Collettivo M_I_N_E , dando vita così a un’esperienza inedita e a un percorso condiviso verso la creazione di 22 opere di videodanza.

 

Cos’è Corpi Elettrici

Corpi elettrici è un modello formativo sperimentale realizzato in stretta collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini, tenuto all’interno dei corsi 2019/2020 di Composizione elettroacustica e Musica preparata.

Per un periodo di due mesi i 20 studenti e studentesse dei due corsi – di età compresa tra i 20 e i 25 anni – lavorano insieme ai 5 giovani dancemakers del Collettivo M_I_N_E, accompagnati dalla loro docente, la Professoressa Daniela Cattivelli, e dalla direzione artistica di Gender Bender Festival.

I 20 studenti sono stati divisi in 5 gruppi eterogenei, ognuno dei quali lavorerà in stretto dialogo con un dancemaker del Collettivo.

Dopo un percorso online di conoscenza comune e di scambio di pratiche e di linguaggi tra le diverse discipline artistiche – accompagnato dalla docenza del Conservatorio e dalla direzione artistica di Gender Bender – ogni allievo del Conservatorio elaborerà una composizione musicale della durata massima di 2 minuti, che verrà poi inviata al dancemaker di riferimento.

Ogni dancemaker del Collettivo avrà a disposizione 4 o 5 tracce musicali su cui comporre e interpretare una coreografia, ripresa in video all’interno della propria abitazione o spazio domestico.

Dallo scambio tra studenti e dancemaker del Collettivo M_I_N_E nasceranno così 2o opere di videodanza, che saranno restituite al pubblico attraverso i canali di Così sarà, Gender Bender e del Conservatorio.

Giulio Sonno, critico e giornalista delle arti performative, accompagnerà in veste di osservatore l’intero percorso, documentandone gli sviluppi e gli esiti con un articolo, anche questo condiviso e reso pubblico sui diversi media e canali di comunicazione legati ai partner del progetto.